PREVENZIONE E TERAPIA
DISPLASIA DELL'ANCA E PORTARE
di Evelin Kirkilionis

La displasia dell'anca, spesso denominata anche displasia congenita dell'anca, significa un acetabolo o troppo piatto o troppo ripido. La parola congenita comunque non determina uno stato che deve per forza presentarsi alla nascita. La predisposizione alla displasia puo' essere influenzata notevolmente dal modo in cui si tiene il neonato. E' possibile che un acetabolo predisposto viene danneggiato meccanicamente dalla posizione delle gambe troppo dritte. Questo perche' la posizione delle gambe dritte significa una posizione non adeguata della testa del femore nel acetabolo. Essa produce una pressione non fisiologica su diversi punti del acetabolo, perche' non riesce ad inserirsi nel acetabolo. Cosi' l'acetabolo, ancora cartilaginoso, non puo' svilupparsi normalmente. Anche il raddrizzamento forzato delle gambe ha questo effetto. Qualche medico ritiene, che gia' una sola volta di carica sbagliata, p.e. quando si tenevano i bambini per i piedi per misurare la loro lunghezza, puo' arrecare dei danni notevoli all'anca non matura.
Se una displasia non viene scoperta in tempo e quindi non viene corretta, possono sorgere seri problemi, anche da adulti, che rendono a volte necessarie un intervento chirurgico. Nel peggiore dei casi la testa del femore esce completamente dal acetabolo. Si parla della cosiddetta lussazione dell'anca e significa che e' impossibile camminare. Le lussazioni sono diventate molto rare nel Europa centrale, perche' le displasie vengono rilevate precocemente attraverso l'ecografia. Normalmente i bambini vengono trattati con il divaricatore, un pannolino rigido di plastica, che viene messo tra le gambe e le tiene nella posizione tale che non possono raddrizzare le gambe.
Nelle pubblicazioni pediatriche viene consigliato un'angolazione di apertura da 30 gradi a 40 gradi, a volte massimo 60 gradi in concomitanza ad una posizione seduta con angolatura da 90 gradi a massimo 120 gradi.(1)
Si ricorda la posizione del bambino portato ? L'angolatura consigliata dai medici nella terapia per la displasiae' esattamente quella che un bambino acquisisce quando viene portato sul fianco di un adulto. L'angolatura di apertura e' di ca. 45° mentre il femore crea un'angolatura con le anche dai 90° fino ai 120°. Anche se mi ripeto: Il bambino portato prende una posizione delle gambe che e' assolutamente fisiologica e nel ambito di un intervento terapeutico per displasia un modo che si adegua perfettamente ai bisogni del bambino !
Quest'affermazione viene sottolineata da diversi studi in vari ambienti culturali dove si riscontra una corrispondenza notevole tra il metodo di accudimento del lattante e il numero delle displasie e delle lussazioni (2): Negli ambienti culturali dove viene forzata la posizione dritta delle gambe del lattante e dove i bambini nei primi mesi hanno poca possibilita' di movimento, le displasie e lussazioni sono piu' frequenti. Un esempio ci viene fornito dai dati raccolti presso gli indiani nordamericani, che legano i loro lattanti tradizionalmente su una tavola. La percentuale delle displasie era del 12.3% mentre dai bambini non accuditi in questo modo tradizionale la percentuale era di solo 1,2 perc.(3).
In molti altri ambienti culturali invece, in Africa o Asia, dove i bambini vengono portati tradizionalmemte in posizione verticale e dove hanno molta liberta' di movimento, le malformazioni alle anche sono pressoche' inesistenti! (4)
Il medico giapponese Nagura ha indicato gia' nel 1940 (5) la corrispondenza tra accudimento e displasie. In Giappone, dove i bambini venivano tradizionalmente portati da seduti e quindi con una posizione delle gambe con l'angolatura adeguata, fino al secolo scorso sono state registrate pressoche' zero displasie.
Con l'inizio del ventesimo secolo e l'adeguamento dei metodi di accudimento dei bambini a quelli europei questa malformazione e' diventata sempre piu' frequente.
Nagura descrive pertanto come ha provato di non trattare 9 bambini con anche lussate, intanto, come in Europa, con ricovero e intervento chirurgico per riposizionare la testa del femore nel acetabolo. Ai genitori dei bambini ha semplicemente detto di portare i loro bambini secondo la vecchia tradizione giapponese fintanto non si liberava un posto letto. E' riuscito cosi' ad evitare a tutti i bambini l'intervento chirurgico alle anche lussate ! Anche se Nagura non fa riferimento alla gravita' della malformazione, le sue osservazioni non solo sottolineano l'effetto di prevenzione del portare ma anche la validita' dell'effetto terapeutico nelle displasie presenti.


La favola dei danni alla colonna vertebrale
Come mai il portare non ha trovato una risonanza a larga scala come intervento terapeutico per la displasia delle anche, nonostante gli studi di Nagura e altri ancora ( 6) sollecitavano una tale evoluzione ?
Gli interventi terapeutici e di prevenzione nel caso di displasia delle anche dovrebbero iniziare subito dopo il riconoscimento della malformazione perche' una correzione precoce ha piu' possibilita' di successo. Al giorno d'oggi e' possibile riconoscere un'anca predisposta con l'ecografia e spesso la terapia viene ordinata gia' dopo qualche settimana di vita (7).
Come intervento di prevenzione o di terapia si dovrebbe quindi cominciare a portare il neonato nelle prime settimane e questo con l'aiuto dei supporti per portare adatti. Proprio questo aspetto temporale potrebbe essere la causa principale della risonanza scarsa rispetto alle osservazioni fatte. Perche' tra i pediatri, ortopedici, fisioterapisti e' stato, ed e' ancora a tutt'oggi diffusa la convinzione che portare un neonato presto in posizione verticale potesse provocare gravi danni alla sua colonna vertebrale quali scoliosi (distorsione laterale della colonna vertebrale in concomitanza con un giramento della colonna) oppure cifosi ( schiena rotonda) e altro ancora anche perche' un bambino sa stare seduto da solo solamente al sesto mese e quindi solo in questo periodo potrebbe sopportare la posizione eretta senza subire dei danni. (8)
Se il portare deve essere accettato come un intervento terapeutico per le displasie delle anche e rispettivamente accettato come un metodo per tenere i bambini piccoli bisogna verificare con cura questa obiezione. Inoltre bisogna verificare e studiare i vari supporti per portare se effettivamente rispondono ai bisogni fisiologici dei bambini piccoli .
Dati precisi raccolti da quasi 200 bambini confermano che non c'e' alcun legame tra il portare precoce in posizione eretta e malformazioni alla colonna vertebrale. (9)
La percentuale dei bambini che hanno dimostrato leggeri anomalie alla postura, quali leggeri scoliosi e cifosi, era del 1%. Questa percentuale e' al di sotto della media dei bambini rilevata all'inizio della scuola elementare. In nessun caso il medico ha consigliato una terapia.
Per confrontare i dati si veda la tabella sottostante dove ho raccolto una seria di dati rispetto alle anomalie della postura, per dare una supervisione in generale:

Molti genitori dei 196 bambini preferivano portare i loro bambini da 1 a 2,5 ore cominciando dopo la prima settimana di vita.In questi casi non si devono temere in assoluto delle malformazioni essendo il tempo portato minimo. Ma quasi 40 neonati del gruppo sono rimasti in posizione verticale per piu' di 4 ore al giorno, qualcuno anche 6 e 10 ore. Questi bambini sono particolarmente di interesse. Anche da loro non notavamo alcun legame tra problemi alla postura e la durata del portare. Solo un neonato aveva la diagnosi di una leggera scoliosi, conosciuta come malattia nel anamnesi della madre, giudicata leggera e che non necessitava di terapie. Anche il fratellino che non veniva portato aveva una scoliosi, mentre un'altra sorellina che veniva portato anche lei per 6 ore al giorno non rilevava nessuna malformazione. Portare quotidianamente e anche a lungo non ha nessun effetto negativo sullo sviluppo della schiena e della colonna vertebrale. (12)
Portare e' un metodo di profilassi per la displasia dell'anca a misura del bambino e dei suoi bisogni.
Come ho gia' detto precedentemente, nel caso di displasia gli strumenti di terapia vengono a volte applicati per mesi e spesso limitano il bambino nella sua liberta' di movimento. Ma la maggior parte dei metodi terapeutici prescritti dal medico spesso non solo limitano il bambino nei suoi movimenti ma anche nel contatto normale tra genitori e bambino. Secondo il metodo adottato e' difficile prendere in braccio un bambino e quindi il contatto corporeo viene molto limitato. Anche altre esperienze di movimento, a quest'eta' normali, vengono delimitate. Sappiamo, che lo sviluppo motorio non si limita al primo anno del bambino ed e' sorprendente quanto i bambini siano in grado di recuperare il tempo perduto. Ma dovremmo comunque continuare a cercare dei metodi alternativi di terapia che sono piu' a misura del bambino e dei suoi bisogni.
Quanto ne sappiamo fino ad oggi da ricerche fatte, il portare e' una valida alternativa terapeutica e di profilassi nel caso di displasia dell'anca che trova sempre piu' consensi anche da parte della medicina. (13) Non bisogna inoltre dimenticare che le articolazioni dell'anca di un bambino portato sul fianco non solo vengono tenuti fermi nella posizione ottimale. Ogni passo effettuato da chi porta, trasmette sulle articolazioni dell'anca del bambino, soprattutto se portato sul fianco, uno stimolo motorio che ne favorisce lo sviluppo corretto, perche' le parti ancora cartilaginosi vengono maggiormente irrorati di sangue a differenza del bambino tenuto fermo.

Bibliografia:
  • 1 ) Riassunto da: Toennis, Dietrich: Diagnostik und Behandlung der angeborenen Hueftluxation in heutiger Zeit. In: Chapchal, Georg (Hrsg): Kongenitale Dysplasie und Defekte der unteren Extremitaeten, 12.Internationales Symposium über spezielle Fragen der orthopaedischen Chirurgie, Georg Thieme, Stuttgart, New York 1986, p.52-53.
    Fettweis, Ewald: Die kindliche Hueftluxationsleiden. In: Stahl, Christoph ( Hrsg): Fortschritte in Orthopaedie und Traumatologie, Bd. 3, ecomed Fachverlag, Landsberg/Lech 1992

  • 2 ) Au, Roland: Ethnische Unterschiede im Transport von Saeuglingen und Kleinkindern im Hinblick auf die Problematik der Hueftgelenkluxation, Dissertation-Medizin (Charite'), Humboldt-Universitaet Berlin 1969
    Palmen, Kurt: Preluxation of the hip joint. Diagnosis and dislocation of the hip joint in Sweden during the years 1948-1960, Acta Pediadtrica, 50, Supl.129,1961
    Palmen, Kurt: Prevention of the congenital dislocation of the hip. The Swedish experience of neonatal treatment of the hip joint instability, Acta orthopaedica scandinavica, 55, Supl. 208, 1984, p.1-107
  • 3 ) Salter, B.: Etiology, pathogenesis and possible prevention of the congenital dislocation of hip, Canadian Medial Association Journal, 98, 1968, p.933-945.

  • 4 ) Riassunto da Kirkilionis, Evelin:Der menschliche Saeugling als Tragling unter besonderer Beruecksichtigung der Prophylaxe gegen Hueftdisplasie, Dissertation, Albert-Ludwigs-Universitaet Freiburg 1989.
    Au, Roland, vedi 2)

  • 5 ) Nagura, Shigeo: Angeborene Hueftverrenkung und Volksgewohnheit ( zugleich Beitrag zur Kenntis der sogenannten Dysplasie, der Pfanne bei angeborenener Hueftverrenkung",Zentralblatt für Chirurgie, 24, 1940, p.1042-1050.

  • 6 ) Bueschelberger, Johannes: Das Dyadetuch: eine Moeglichkeit zur Wiederherstellung des biologisch vorgegebenen Verhaltens bei der Pflege von Neugeborenen, Saeuglingen und Kleinstkindern,Kinderaerztliche Praxis, 11,1981,p.572-580.

  • 7 ) Niethard, Fritz U:Kinderorthopaedie, Georg Thieme, Stuttgart, New York, 1997

  • 8 ) Zukunft, Barbara:Moderne Saeuglingsgymnastik, Thieme, Stuttgart, 1982.
    Zukunft-Huber, Barbara: Diskussionsbeitrag zu: Tragen eines Saeuglings-Prophylaxe bei angeborener Hueftdysplasie",Krankengymnastik-Zeitschrift fuer Physiotherapeuten, 50 (7), 1998, p.1201-1204
    Uplegger, Wolfgang: Cave: Saeuglingstragesitze!?", Der Kinderarzt, 11,1985, p.1568-1570.

  • 9 ) Kirkilionis, Evelin: Das Tragen des Saeuglings im Hueftsitz-eine spezielle Anpassung des menschlichen Traglings, Zoologische Jahrbuecher, 96, 1992, p.395-415.
    Kirkilionis, Evelin: "Die Grundbeduerfnisse des Saeuglings und deren medizinischen Aspekte-dargestellt und charakterisiert am Jungentypus Tragling", Notabene medici, 2, 1997, p.61-66 (parte 1) e 3, p.117-121 (parte 2)

  • 10 ) Zapfe, E: Strukturelle Skoliosen, Skoliotische Fehlhaltungen, Kyophosen. In: Zilch, H/Weber, U.(Hrsg):Lehrbuch Orthopaedie, Walter de Gruyter, Berlin, New York 1989, p.317-333

  • 11 ) Kirkilionis, Evelin, vedi 4 e 9 (1997)

  • 12 ) Kirkilionis, Evelin, vedi 4 e 9 ( 1992)

  • 13 ) Fettweis, Ewald, vedi 1
    Niethard, Fritz U: Kinderorthopaedie, Georg Thieme, Stuttgart, New York 1997



    FONTE: Evelin Kirkilionis; Ein Baby will getragen sein; Koesel Verlag; Cap. 3, p.43-51)
    Traduzione: Esther Weber
    Pubblicato su www.portareipiccoli.it con il gentile permesso dell'autrice.agosto 2002
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